La società della stanchezza

DiByung Chul Han – Nottetempo edizioni

Byung Chul Han, filosofo coreano e docente alla Unibesität der Künste di Berlino, ci aiuta ad accostarci in modo non convenzionale ad un tema cruciale per le organizzazioni che vogliono confrontarsi sul rapporto esistente tra la dimensione del benessere e la dimensione della performance.

Il suo è uno sguardo alto, critico e originale, che indaga le trasformazioni che caratterizzano l’agire umano in molti contesti, al lavoro, nelle relazioni personali e in tutte quei contesti che contribuiscono al formarsi delle identità individuali e collettive.Han ci mostra come la società fatta di ospedali, manicomi, prigioni, caserme e fabbriche, non è più la società di oggi. Al suo posto è subentrata da molto tempo una società completamente diversa, fatta di fitness center, grattacieli di uffici, banche, aeroporti, centri commerciali e laboratori di genetica. La società del XXI secolo non è più la società disciplinare ma è una società della prestazione.

La società della stanchezza ha nell’affermazione “Yes we can” un suo motto esemplare, dato che esso esprime il carattere di positività che la caratterizza, dove in luogo del divieto, dell’obbligo o della legge, subentrano il progetto, l’iniziativa e la motivazione. Con un rischio fatale, che tale approccio prestazionale favorisca, in una sorta di eterogenesi dei fini, un impoverimento delle abilità delle persone.
Per Han è in questo passaggio che emergono e si diffondono malattie neuronali come la depressione, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, il disturbo borderline di personalità o la sindrome da burnout.
Una lettura particolarmente indicata per chi, per lavoro e per passione, è chiamato a supportare gli altri nel potenziare le proprie risorse più autentiche, per chi è alla ricerca di una condizione di benessere sostanziale e non di facciata.

 

Potere personale

Potere personale Carl Rogers – Astrolabio edizoni Per presentare questo

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Autoefficacia Albert Bandura – Erickson Edizioni Non si può dire

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Change Paul Watzlawick, John H. Weakland, Richard Fisch – Astrolabio