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Daniela Filippini

Quando gli abbinamenti fanno la differenza

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Ogni volta che cerchiamo di rimetterci in forma e magari perdere un po’ di peso, il nostro primo pensiero è come mangiare di meno. “Cosa devo togliere” è la domanda più frequente che un qualsiasi nutrizionista si sente fare nel suo studio. Ma nella maggior parte dei casi, togliere non è la soluzione migliore: restringere troppo l’alimentazione può portare ad incorrere in carenze e con l’andare del tempo abitua l’organismo a consumare sempre meno, di fatto rallentando il metabolismo.

 

E così era successo che Giulia, nel corso degli anni, e in seguito alle numerose diete auto inflitte, aveva ridotto via via le porzioni, e semplificato drasticamente i pasti: la classica dieta “dissociata”, tanto di moda negli anni Ottanta. “Primo” a pranzo, generalmente pasta o riso con pomodoro o un po’ di verdure, più un frutto; “secondo” a cena, con verdure o patate.

 

“Non faccio mai un pasto completo”, affermava Giulia con fierezza, ma anche con un po’ di frustrazione perché nonostante tutto, il peso rimaneva bloccato. E anzi, le bastava mangiare una pizza con qualche antipasto sfizioso il sabato sera, per ritrovarsi con quel chiletto in più il lunedì mattina.  “E poi mi sento sempre stanca, dovrò prendere qualche integratore?” Sì perché finalmente si era decisa a rivolgersi ad un nutrizionista: “qualcosa sicuramente sbaglio, ma non so cosa devo togliere.”

 

La dieta che si ritrovò tra le mani dopo qualche giorno non le aveva tolto nulla, anzi! Gli alimenti erano solo “combinati” in maniera differente: a pranzo un po’ meno pasta, ma integrale e associata ad un piccolo secondo e una porzione di verdure. Le capitava quindi di arrivare la sera anche meno affamata, e non aveva più l’esigenza di smangiucchiare prima di cena pezzetti di formaggio o salumi.

Mangiando meno ed evitando di associare più fonti proteiche, la digestione serale era migliorata moltissimo e di conseguenza il sonno. Inoltre, il fegato poteva lavorare meglio durante la notte, attivando il metabolismo. Era tanto che non si svegliava così riposata!

La dottoressa le aveva anche consigliato di condire con limone le verdure, o finire il pasto con agrumi, kiwi o frutti di bosco: la vitamina C aiuta l’assorbimento del ferro presente negli alimenti vegetali che ne sono particolarmente ricchi come legumi, frutta secca e cereali integrali. A volte, infatti, la stanchezza può essere causata anche da una leggera anemia.

Conclusione? Il peso si era sbloccato e Giulia aveva tanta di quella energia da decidere di aumentare le sue ore di allenamento settimanale.

Combinare gli alimenti nel modo giusto per Giulia è stata la chiave per dare la spinta e attivare il circolo virtuoso del cambiamento.

[Diario di una nutrizionista]

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