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Giacomo Mosca

Decalogo dell'estate

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Ormai gli addetti ai lavori lo sanno, ne sono consapevoli, le piattaforme che erogano all’interno delle aziende servizi people care devono avere standard di accessibilità a tutela di tutte le tipologie di potenziali utenti. Si è finalmente affermata l’idea, dopo anni di dibattito, che la qualità di una piattaforma non riguarda soltanto aspetti tecnologici o aspetti grafici, ma attiene anche a questioni sociali. Si è passati cioè dalla user experience alla social experience.

Del resto, non poteva essere altrimenti, da sempre nelle aziende le politiche People Care viaggiano di pari passo con le politiche e le pratiche di Diversity & Inclusion. Le due dimensioni dei servizi, quella di supporto e quella di inclusione, si condizionano e si alimentano reciprocamente. Come dire, il potenziamento del benessere o è per tutti o perde la sua forza. E’ come se ci dicessimo che il benessere non vive solo dentro una dimensione individuale, ma è un fenomeno che prende forza solo in un contesto collettivo, dove a tutti sono concesse pari opportunità.

Nel frattempo, ha compiuto il suo iter legislativo e applicativo la così detta Legge Stanca. Tale normativa riconosce e tutela il diritto di accesso ai servizi informatici e telematici della pubblica amministrazione da parte dei disabili, garantendo il rispetto del principio fondamentale di pari opportunità e l’accesso dei cittadini disabili ai servizi della pubblica amministrazione.

La legge propone anche una definizione di accessibilità. Quest’ultima coincide con “la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari”.

La legge compie anche un passo ulteriore e individua molti soggetti interessati e coinvolti nella sua applicazione. Stando alla disposizione, infatti, la Legge Stanca si applica a:

  1. Pubbliche amministrazioni;
  2. Aziende private concessionarie di servizi pubblici;
  3. Enti di assistenza e di riabilitazione pubblici;
  4. Aziende di trasporto e di telecomunicazione a prevalente partecipazione di capitale pubblico;
  5. Aziende municipalizzate
  6. Aziende appaltatrici di servizi informatici.

In questo contesto noi di Welfood abbiamo predisposto un piano d’azione che ha prodotto negli ultimi mesi il risultato sperato. Dal 1 settembre 2023 la nostra piattaforma rende operativi nuovi standard di accessibilità a tutela di molte tipologie di utenza. Per noi è stato un passo naturale, coerente con la nostra mission e con le nostre policy interne. Supportare percorsi di cambiamento delle abitudini di benessere diventa da oggi più semplice, grazie ad un ambiente digitale più accogliente ed inclusivo.

 

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