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Guglielmo Nigro

L'educazione consapevole: il sonno del bambino

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Il ciclo sonno veglia è un processo naturale nell’essere umano, ma non è costante nel corso della vita. Durante la crescita si passa dal dormire mediamente 15-20 ore al giorno nei neonati, al dormire 7-8 ore in età adulta. Il processo di maturazione del sistema sonno nel bambino richiede dai 3 ai 5 anni prima di stabilizzarsi. Esiste una grande variabilità da bambino a bambino. Queste considerazioni iniziali dovrebbe farci capire, da subito, che non è possibile affidarsi a un “metodo”, a un “sistema” valido per tutti. Anzi, è importante sottolineare che un “metodo” è spesso il più grande ostacolo all’ascolto attento ed empatico dei bisogni del bambino, perché convince i genitori ad approcciarsi in modo rigido e pre-definito, qualunque cosa stia accadendo nella realtà.

L’Educazione Consapevole, che utilizza i principi e le conoscenze legate alla Presenza Mentale e alla capacità di essere consapevoli nel momento presente, passo a passo, indicano una strada completamente diversa: abbandonare un metodo precostituito per rimanere presenti, attenti e in relazione profonda con il bambino. In questo modo sarà più semplice ascoltare e riconoscere i bisogni del bambino e, cosa altrettanto importante, quelli dell’adulto.

Non esistono bambini che non dormono

Per esperienza diretta o indiretta, sappiamo che per alcuni bambini piccoli è più facile dormire, per altri è un’esperienza più complessa e meno lineare. La variabilità dipende da numerosi fattori che potremmo individuare in: a) Aspetti genetici; b) Aspetti fisiologici; c) Aspetti ambientali; d) Aspetti temporanei. Vediamoli uno per uno.

a) Aspetti genetici.

Chi studia il sonno degli adulti sa che, semplificando, esistono due grandi categorie di persone: i “gufi” e le “allodole” (terminologia ampiamente utilizzata nell’ambito degli studi del sonno). I primi sono persone che tendono a dormire meno, ad andare a letto più tardi e a svegliarsi più a fatica al mattino. Le seconde preferiscono andare a letto presto e svegliarsi prima al mattino, faticano meno ad addormentarsi e hanno un sonno più regolare. Queste predisposizioni sono in larga parte genetiche e vengono sollecitate dai contesti di vita delle persone. I bambini hanno predisposizioni simili, che possono essere riconosciute più facilmente mano a mano che crescono.

b) Aspetti fisiologici.

Il sonno è un sistema “costruito per funzionare” ma che richiede tempo per maturare. Le connessioni neuronali predisposte si sviluppano nel corso dei primi tre anni di vita e oltre. Nei primi sei mesi di vita è fisiologico che un bambino si svegli più volte durante la notte, sia per motivi alimentari che per altri fattori (per esempio di autoregolazione emozionale). Fino ai 5-6 anni i bambini rimangono molto più a lungo degli adulti nella fase di sonno chiamata REM, una fase di sonno attiva caratterizzata da specifici aspetti fisiologici che possono portare più facilmente al risveglio. Inoltre, per motivi naturali, il bambino piccolo che si sveglia ricerca il sostegno dell’adulto (la madre in primis) perché non è in grado, da solo, di gestire il passaggio sonno-veglia, non ha ancora sviluppato le competenze di auto-regolazione necessarie.

c) Aspetti ambientali.

Il bambino non è un sistema isolato ma è inserito in un contesto specifico, che include i membri della famiglia, l’ambiente casa, l’ambiente sonoro, le abitudini familiari, ecc. Il primo “ambiente” naturale è la relazione mamma-bambino. L’equilibrio psico-fisico della madre è il primo contesto nel quale è immerso il bambino e ne condizionerà i comportamenti. Rispetto al tema del sonno, quindi, sarà importante che la mamma si prenda cura anche del proprio benessere e della propria serenità. È altrettanto importante considerare se il bambino viene alimentato con allattamento naturale o artificiale e, di conseguenza, il tipo di alimentazione della mamma. Influiscono sul sonno del bambino anche eventuali situazioni conflittuali tra i genitori o fasi delicate della vita familiare che alzano il livello di stress.

d) Aspetti temporanei.

Sono gli aspetti temporanei che caratterizzano la crescita di un bambino. Per esempio il periodo di eruzione dei primi dentini (che può durare anche alcune settimane) oppure una malattia stagionale. Sono aspetti contingenti che possono complicare il sonno del bambino e che si risolvono quando la fase termina.

Attenzione ai fattori di stress

L’ormone primario che presiede al ciclo di veglia è il cortisolo che regola il ciclo dello stress. Il suo ormone “antagonista” è la melatonina che regola il ciclo del sonno. Quando aumenta l’uno (verso le 10 del mattino) diminuisce l’altro e viceversa (la melatonina ha il suo picco intorno all’1 di notte).  È una “danza ormonale” raffinata e fluida che avviene per tutto il corso della nostra vita. I fattori che aumentano eccessivamente lo stress nel bambino possono ostacolare in modo significativo il riposo. Purtroppo, uno dei fattori più comuni che aumenta lo stress del bambino è insito in alcuni metodi di addormentamento che prevedono di lasciar piangere il bambino fino al sonno. Il bambino che si trova precocemente solo a dover affrontare questo passaggio, quando non ha ancora sviluppato le competenze cognitive ed emozionali necessarie, vivrà stati di forte stress che porteranno non solo a complicare il suo ciclo sonno-veglia, ma che potrebbero avere conseguenze anche in futuro (attaccamento insicuro o ansioso; inibizione dei propri stati emotivi; sfiducia nella comunicazione con l’adulto, ecc.). Per queste ragioni, come detto a inizio articolo, è fondamentale imparare a osservare le caratteristiche e i bisogni del bambino, per rispondere in modo adeguato a quelle sollecitazioni, piuttosto che affidarsi ad approcci rigidi che non considerano le specificità individuali.

Alcuni consigli per facilitare il riposo del bambino

Concludiamo questa introduzione al sonno del bambino con alcuni consigli che possono facilitare il sonno e la maturazione dei suoi programmi neuronali nel ciclo sonno-veglia.

a) Durante l’addormentamento, l’adulto dovrebbe avere un atteggiamento di serena fiducia. Può farsi aiutare da musiche piacevoli e rilassanti, oppure dal canto di alcune semplici ninnananne.

b) La stanza dovrebbe avere una temperatura intorno ai 18°C (temperatura che favorisce la produzione di melatonina).

c) Si dovrebbe evitare di stimolare troppo il bambino prima di andare a letto (evitare giochi molto dinamici o stimoli audiovisivi).

d) Una pratica utile e molto bella è quella di collegarsi al respiro del bambino in fase di addormentamento, osservarlo con attenzione, regolare il proprio movimento (del cullare) con i ritmi fisiologici del bambino.

e) è molto importante comunicare al bambino cosa sta per succedere e cosa accadrà una volta che si sarà addormentato.

f) Evitare un’alimentazione ricca di zuccheri raffinati e di edulcoranti (dolcificanti e glutammato).

g) Mantenere anche di notte piccole fonti di luce che permettano al bambino di orientarsi al risveglio.   

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