Linda Brancaleone

Linda Brancaleone

È amore o non amore ?!

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Emerge da una indagine condotta da skuola.net un quadro allarmante in merito ai giovani e all’amore.

In modi diversi, circa una ragazza su sette dichiara di essere oggetto di soprusi da parte dell’attuale fidanzato. Episodi di gelosia eccessiva, comportamenti aggressivi, desiderio ossessivo di controllo, accompagnati persino da tentativi di localizzazione del partner in sua assenza e invasione della sua privacy sui social network. Questi atteggiamenti possono sfociare in insulti, talvolta anche in luoghi pubblici, e addirittura in atti di violenza fisica.

È preoccupante e importante prendere atto di questa realtà. Le relazioni tossiche possono avere gravi conseguenze sulla salute mentale e emotiva dei giovani. È essenziale promuovere la consapevolezza e l’educazione sulle relazioni sane e rispettose fin dalla giovane età, così come fornire supporto e risorse per coloro che si trovano in situazioni di relazioni tossiche. La sensibilizzazione su questo problema può aiutare a prevenire situazioni dannose e promuovere relazioni più positive e soddisfacenti.

Anche tra le nuove generazioni, purtroppo, le relazioni “tossiche” – sebbene il termine “amore” sembri fuori luogo in questi contesti – sono più diffuse di quanto si possa pensare, soprattutto a causa di comportamenti maschili estremamente possessivi.

È sconcertante constatare che circa una ragazza su sette, tra coloro attualmente coinvolte in una relazione amorosa, rivela di essere stata almeno una volta vittima di una di queste forme di abuso da parte del proprio partner attuale. Ancora più preoccupante è il fatto che, per quasi una ragazza su dieci, tali episodi si verificano con una certa regolarità.

L’indagine condotta da Skuola.net, nota per la sua attenzione a tematiche delicate come questa, ha disegnato un quadro estremamente inquietante. La ricerca ha coinvolto 2.500 giovani “fidanzate” dai 11 ai 25 anni, evidenziando come il caso di Giulia Cecchettin rappresenti solamente la punta di un iceberg, piuttosto imponente.

DIMENSIONE DEL PROBLEMA
Dalla ricerca emergono purtroppo svariate forme di amore tossico, eccone alcuni esempi: – 1 ragazza su 4 deve assistere a frequenti sfuriate da parte del partner causate da una gelosia incontrollabile;

  •  Il 13% di loro ha ricevuto offese pesanti, di cui il 46% le ha subite davanti ad altre persone;

  •  Il 15% delle ragazze intervistate ha dichiarato di aver visto il fidanzato andare in escandescenza per il solo modo in cui erano vestite, considerate troppo provocanti.

  •  Il 7% di loro è stato persino imposto un determinato abbigliamento più castigato.

    Dopo si passa ai casi di violenza conclamata:

  • 1 ragazza su 5 ha ammesso di ave subito una qualche forma di aggressione fisica, uno schiaffo, un pugno o un calcio con l’obiettivo di ferirle.

Il 7% ha dichiarato di essersi sentita quasi costretta a fare sesso con il fidanzato anche se in quel momento non le andava per paura della sua reazione.

Purtroppo la paura la fa da padrona in queste situazioni, il 15% delle ragazze intervistate ammette di vivere costantemente con il timore che il partner di arrabbi. Non meno preoccupante il dato che riguarda chi tende a limitarsi per non innescare reazioni spaventose del compagno, il 26%.

IL RISCHIO DI MINIMIZZARE
In termini di prevenzione di situazioni più esplicitamente violente, diventa importante non minimizzare alcuni importanti segnali che possono anticipare eventuali manifestazioni aggressive. Solo il 22% ha inteso come campanello d’allarme una manifestazione ossessiva di cui è stata oggetto, e solo il 19% non ha perdonato un atto di violenza grave. Tutte le altre vittime di violenza sono andate avanti insabbiando la faccenda. Molto viene proprio taciuto, sette ragazze su dieci si sono confidate con amiche, principalmente, e una minima parte con genitori o esperti.

L’EFFETTO DEL CONTROLLO
I numeri legati all’amore tossico sono allarmanti:

  • 1 ragazza su 10 fa fatica a uscire da sola senza sentire storie da parte del fidanzato,

  • il 13% per essere lasciata in pace può capitare di dover condividere la “posizione” del luogo in cui si trova, ad addirittura la metà (50%) viene richiesto di dare aggiornamenti continui sui suoi spostamenti e di dire se è in compagnia di qualcuno,

  • il 9% che deve quotidianamente lottare per non essere allontanata dalle proprie amicizie,

  • al 16% è stato chiesto (o preteso) dal partner di controllare il proprio smartphone,

  • al 17% di leggere chat e messaggi,
  • al 17% è stato imposto di eliminare alcuni contatti per gelosia,
  • l’11% per quieto vivere dà direttamente accesso ai propri profili social.

Secondo Daniele Grassucci, direttore di skuola.net, è necessaria una vera e propria educazione ai sentimenti. Manca proprio un accompagnamento da parte dell’adulto per la gestione dei rapporti d’amore e dei sentimenti ad esso collegati.

La scuola potrebbe essere il luogo per eccellenza dove poter agilmente portare questa riflessione ed educare appunto ai sentimenti.

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