Chiara Marabelli

Chiara Marabelli

Ma ne vale la pena?

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Chi ha smesso, o ha provato a smettere di fumare, lo sa bene. C’è un momento, che di solito è di poco successivo ai primi giorni di astinenza dalle sigarette, in cui viene da domandarsi se ne valga veramente la pena, se la fatica che si sta facendo a rinunciare al fumo abbia davvero un senso.

Questo perché la primissima fase di stop fumo è (di solito) piuttosto in salita. Il corpo, infatti, non è più abituato all’assenza della nicotina (soprattutto se non si stanno assumendo farmaci in grado di compensarne la mancanza), le mani hanno fin troppa libertà e non trovano tregua, la mente appena si ferma ha un pensiero fisso: le sigarette. In più spesso compare una fastidiosa tosse, che quasi fa sembrare che i polmoni stessero meglio prima.

È in questo momento che più spesso si incappa in pensieri che rischiano di mandare (letteralmente) in fumo il percorso di disassuefazione che ci si era promessi di fare. Magari si inizia pensando che ci sono molte persone che hanno fumato per tutta la vita e che non hanno mai avuto problemi di salute, poi ci si dice che la tensione che si sta accumulando nel tentativo di smettere è certamente più dannoso del fumare in sé. Successivamente ci si convince che sarà impossibile superare quella situazione così stressante senza le sigarette, da ultimo si diventa assolutamente certi che si finirà per ingrassare (cosa non necessariamente vera!) e ci si chiede: ma ne vale veramente la pena? Perché devo privarmi di questo piacere e stare così male?

È quindi utile vedere insieme quali sono gli effettivi benefici dello smettere di fumare, in modo da poterli osservare nel proprio corpo e nella propria mente mentre stanno accadendo. Anche per contrastare questi pensieri che inevitabilmente fanno capolino quando iniziamo a sentire la fatica dell’astinenza.

Per quanto riguarda il corpo, già poche ore dopo l’ultima sigaretta la pressione arteriosa e il battito cardiaco iniziano a tornare a livelli normali, e dopo 8 ore la quantità di monossido di carbonio (CO) presente nel corpo inizia a scendere, mentre sale il livello di ossigeno.

Il CO è quel gas inodore e incolore che si genera dalla combustione (parliamo quindi in questo caso di sigarette tradizionali) e che è un vero e proprio “ladro” di ossigeno per il nostro corpo. Dopo soli 3 giorni senza esservi esposti, però, questo gas per fortuna quasi scompare dal nostro corpo e si inizia quindi molto presto a percepire maggiore ossigenazione, anche visibile su pelle (più colorita) e capelli (più lucidi).

Contemporaneamente, la prestazione sportiva può migliorare molto velocemente ed è facile accorgersene senza necessariamente essere dei maratoneti, ma anche solo facendo qualche rampa di scale a piedi.

La capacità polmonare, invece, impiega più tempo per migliorare, ma già entro 3 mesi viene recuperata del 30%.

E la tosse di cui parlavamo prima? È solo il segnale che le vie respiratorie si stanno finalmente liberando, e presto passerà per lasciare spazio a grandi respiri a pieni polmoni.

Anche gusto e olfatto migliorano molto velocemente: un paio di giorni di solito sono sufficienti per iniziare a sentire una differenza. Si assaporeranno quindi sempre di più i cibi e si percepiranno meglio i profumi, ma anche gli odori non proprio piacevoli che le sigarette lasciano negli ambienti e sui vestiti, cosa che prima di smettere di fumare di solito è scarsamente percepita.

Nei primi 9 mesi di stop fumo, quindi, si assiste progressivamente a un importante miglioramento dell’energia avvertita nel corpo e si nota che ci si ammala di meno: le bronchiti che si pensavano “stagionali” non si presentano più così puntuali perché sono migliorati i meccanismi di difesa dell’apparato respiratorio, mentre la tosse e la stanchezza si riducono.

Il nostro cuore ringrazia moltissimo lo stop fumo perché il rischio di infarto coronarico diminuisce già dopo un solo giorno di astinenza. Poi ci sono dei miglioramenti più a lungo termine: dopo 1 anno il rischio di malattie coronariche si dimezza e dopo 15 anni il rischio di infarto è pari a quello di un non fumatore.

Anche per il rischio oncologico si deve aspettare più tempo: dopo 10 anni di stop fumo la probabilità di morire di tumore è pari a quella di un non fumatore, con un significativo abbassamento del rischio per diversi tipi di tumore.

Se poi si desidera avere dei figli, smettere di fumare è un toccasana per la fertilità, sia nell’uomo che nella donna.

E la mente? Riuscire a smettere di fumare è veramente un obiettivo sfidante e al contempo importante che, se raggiunto, può diventare la rappresentazione della nostra capacità di perseverare e di resistere di fronte alle difficoltà. Pensare di essere riusciti a sconfiggere una dipendenza deve essere motivo di orgoglio, soprattutto una “socialmente accettata” come quella del fumo, che rende le sigarette così facilmente accessibili e tutto sommato ancora tollerate nella nostra società.

L’autostima e la fiducia in sé stessi quindi aumentano, e la mente è finalmente libera da una serie di pensieri “fumo-correlati”, come quelli finalizzati a trovare un tempo e un luogo per poter fumare e/o comprare le sigarette. La mente è anche libera dal costante conflitto, che di solito ogni fumatore conosce molto bene, tra la dolorosa consapevolezza che fumare è dannoso per la salute, e il desiderio di continuare a fumare per piacevolezza e dipendenza. Queste preziose energie mentali possono finalmente essere investite in progetti e attività che ci appassionano e nelle relazioni con le persone a cui vogliamo bene.

Dare un taglio alle sigarette comporta quindi importanti difficoltà nella fase iniziale, ed è per questo che un aiuto professionale per smettere è sempre consigliabile. Col passare del tempo, però, il benessere che ci siamo regalati sarà semplicemente impagabile. Provare per credere!

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